venerdì 6 febbraio 2015

Nasce il primo Insegnante Certificato di Belcanto Italiano ®

Nasce il primo Insegnante Certificato di Belcanto italiano!


Si chiama Marco Cazzuffi, è un Baritono e vive a Padova.
Segni particolari: un amore smisurato per la Musica, una splendida voce e un talento particolare per le colorature.

Marco Cazzuffi, ha frequentato con profitto i corsi intensivi di Belcanto Italiano e dopo aver sostenuto un vero e proprio esame, cantando il ruolo del "Dottore" nel Don Pasquale di Donizetti, ha ottenuto la prima certificazione italiana ufficiale che garantisce la sua capacità nell'insegnare Canto in quello che lo staff di Belcanto Italiano definisce "PRIMO LIVELLO", cioè materie fondamentali come la respirazione e l'emissione corretta dei suoni nello studio del Canto Lirico.

Il giovane Baritono Marco Cazzuffi affiancherà anche i Docenti di Belcanto Italiano nelle Masterclass che si svolgeranno in Puglia, in Lombardia, in Emilia e in Toscana.

Belcanto Italiano dunque si pone come "leader" nella formazione dei propri Allievi e negli sbocchi occupazionali che è capace di creare facendo dell'alta qualità il proprio punto di forza, qualità appunto testimoniata da una certificazione Ufficiale del Team Direttivo del Gruppo Belcanto Italiano.

Auguri e congratulazioni Dott. Marco Cazzuffi, Musicologo e Insegnante Certificato di 1° Livello di Belcanto Italiano!

Il Maestro Astrea Amaduzzi, fondatrice e Direttrice Artistica di Belcanto Italiano, con il Primo Docente Certificato di 1° Livello della Scuola Italiana di Belcanto! 

mercoledì 28 gennaio 2015

Una super tecnica vocale a Ravenna!

Costruiamo una super tecnica vocale con i corsi di Belcanto Italiano! A febbraio a Ravenna! ... <3



Lezioni di Belcanto Italiano, nello stile e nella Tecnica della grande tradizione Italiana a Belcanto Italiano Sede Di Ravenna, dal 2 all'8 febbraio 2015. Docenti: Astrea Amaduzzi, Soprano ed esperta di Tecnica Vocale, Mattia Peli, Pianista e Direttore d'orchestra.


Argomenti di studio:
respirazione,
passaggi di registro,
voce di testa e voce di petto,
agilità per tutti i registri vocali,
stile e interpretazione,
studio di ruoli e preparazione per audizioni ed esami in Conservatorio.

Informazioni e prenotazioni: 347.58.53.253 - segreteria.belcantoitaliano@gmail.com


mercoledì 8 ottobre 2014

La morbidezza mandibolare nel canto lirico

I giovani studenti di canto fanno spesso un errore di cui non si accorgono: usano male la mandibola.



Quest’errore può presentarsi nella voce parlata quando la mandibola è più avanzata rispetto alla mascella (prognatismo mandibolare) o quando l'arcata dei denti sopravanza di molto la mandibola (prognatismo mascellare).

Nel momento in cui si studia canto cosa può avvenire? Per comprendere il seguito, consiglio di provare su se stessi ognuna delle situazioni descritte:

1 - La mandibola viene portata avanti?
In questo caso la produzione sonora è simile alla tecnica dell'affondo: la voce sembra più grossa, ma i muscoli del collo diventano tesi e rigidi, alterando subito il suono e perfino la respirazione.
Se provate infatti a respirare in questa situazione, vedrete che il diaframma sembra essere bloccato e si fa molta più fatica nell'inspirazione. La laringe non ha possibilità di muoversi (vedremo in seguito il perché) e dunque nel momento della fonazione siamo costretti a dar maggiore pressione di fiato per poter far vibrare le corde vocali, forzando con gravi danni per queste ultime.

2 - La mandibola viene portata indietro?
La produzione sonora è quella legata a un sorriso forzato: voce piccola e ingolata, con tubo contratto e impossibilità della laringe di muoversi proprio perché andrebbe a "sbattere" contro i muscoli mandibolari. Anche in questo caso la respirazione è complicata sia dalla tensione muscolare. Conseguenza? Per compensare la ridotta sonorità, ancora una volta la spinta!

Soluzione del problema? TENETE LA MANDIBOLA COMPLETAMENTE LIBERA E MORBIDA!!!! (Gli antichi maestri parlavano di qualcosa di simile ad uno sbadiglio morbido... )

La mandibola dunque deve essere morbidamente abbandonata perché contiene il muscolo che più può far contrasto ai movimenti della laringe, cioè LA LINGUA.

Tornate a controllare i due movimenti sbagliati sopra descritti: noterete subito che la lingua, forzando la mandibola, non ha mobilità, soprattutto alla sua base, dove è connessa con la cavità faringea. La mobilità mandibolare è dunque strettamente connessa con la mobilità laringea e ben lo aveva compreso Caruso (cfr. l'articolo "Caruso e il portamento vocale" (http://belcantoitaliano.blogspot.it/2014/01/caruso-e-il-portamento-vocale.html ) ).

La flessibilità della mandibola è IMPORTANTISSIMA anche per compiere correttamente i passaggi di registro (Il facile mistero del passaggio di registro vocale nel canto lirico" (http://belcantoitaliano.blogspot.it/2014/10/il-facile-mistero-del-passaggio-di.html ).

evidenziata in arancione: articolazione mandibolare
La rigidità mandibolare crea tensione ai muscoli del collo che poi si trasmettono alle spalle e tendono a bloccare perfino il diaframma, impedendo così una respirazione profonda ed artistica.


giovedì 2 ottobre 2014

Il passaggio di registro nel canto lirico

A quanto pare si trattava di uno strumento a fiato che cambiava registro, ma non era la voce umana.

Il mistero si svela facilmente: la terminologia del canto prende in prestito una definizione tipica degli ORGANI A CANNE per descrivere un suono che cambia timbro.

File di canne (registri) nell'organo

Manopole che azionano il "cambio di registro" nell'organo

I registri, nell'organo, sono proprio gruppi di canne che producono suoni diversi. L'organista tira un pomello o spinge un pulsante e CAMBIA REGISTRO (= cambia VOCE, timbro).

E lo strumento vocale umano?

Anche lui ha il suo cambio di registro, ma non è una questione volontaria. Il "passaggio di registro" nella voce umana AVVIENE e basta, anzi, DEVE avvenire se la voce viene usata in modo corretto. Qualcuno lo forza o ne abusa, ma non è questo il caso che andremo a valutare. Oggi cercherò di spiegare in modo semplice che cosa sono i passaggi di registro nella tecnica del canto lirico

La soluzione dell'enigma sta tutto in una semplice osservazione: LA LARINGE UMANA E' UNO STRUMENTO MOBILE.

Mobilità laringea e passaggi di registro: la laringe umana è uno strumento che trasmette le proprie vibrazioni in alto e in basso

D'altronde nessun pianista, nessun violinista, nessun violoncellista potrebbe suonare il proprio strumento paralizzando le sue mani. E allora perché mai la laringe dovrebbe essere forzatamente paralizzata come certi "insegnanti" impongono, per produrre un'estesa gamma di suoni?

Le corde vocali (meglio forse chiamarle "pieghe vocali") si accorciano o si allungano per produrre suoni acuti o gravi e nel loro movimento esigono che la laringe stessa si alzi o si abbassi.

La laringe tende:

1) a stare bassa nelle note gravi, cosicché le vibrazioni sonore si trasmettono in una zona piuttosto bassa fino allo sterno (giustamente venne molto facile chiamarla "voce di petto")

2) a salire e stare in una posizione media prima che arrivi la zona molto acuta, si avrà così una percezione di vibrazioni più o meno tra gola, bocca e naso (voce mista)

3) a salire piuttosto in alto nelle zone acute, trasmettendo le sue vibrazioni anche alle ossa del cranio, si percepisce così una netta sensazione di vibrazioni che salgono verso la testa (voce di testa).

Si può fare un esperimento semplicissimo e diretto, mettendo la mano proprio all'altezza della laringe (per gli uomini il famoso "pomo di Adamo"), spingendo lievemente verso l'interno (senza esagerare!!!!) questo meraviglioso strumento posto all'interno del collo: rimarrete sorpresi nel sentire, per esempio cantando 2 note a distanza di un'ottava, di quanto essa si muova.

I passaggi di registro sono dunque un bel pasticcio perché la voce tende a cambiare "colore" (timbro) tra una zona e l'altra, ma in fin dei conti una certa varietà timbrica spesso è anche un punto di  forza dal punto di vista interpretativo.
Però sono anche necessari. Se "avvengono" vuol dire che la laringe funziona bene (= è libera, lavora da sola).
Ma non dimentichiamo un altro problema, ovvero che tra un registro e l'altro, in corrispondenza dei passaggi, c'è il rischio che si senta il cosiddetto "scalino di petto", un vero e proprio "click" dovuto a un cambio di posizione laringea piuttosto brusco.

Come risolvere il problema? Niente di più semplice, adesso parlo con la voce dei miei 2 saggi Maestri (tenori):

"ALLEGGERISCI NEL PASSAGGIO"

Che cosa vuol dire? Lo scoprirete nella prossima puntata... ;)

venerdì 5 settembre 2014

Il "giro vocale" nel gergo del Belcanto


"Giro vocale"... "passaggio"... "alleggerire"... "sostenere"... "passaggio"... "petto"... "testa"...il linguaggio (spesso gergale) di cantanti professionisti e studenti di canto è variopinto e multiforme; in base alla mia esperienza personale cercherò con diversi articoli, di spiegare alcuni misteri della terminologia del canto lirico.

Come materia d'insegnamento il canto è assai difficile: un cantante non è come uno strumentista. Il mezzo di contatto tra strumento e strumentista è facilmente individuabile (mani, piedi, bocca, braccia ecc, si pensi al Pianoforte, alla pedaliera dell'Organo, agli strumenti a fiato e all'uso delle labbra, agli Archi...) ma in un cantante lo strumento è DENTRO.

Lo strumento di un Cantante NON SI VEDE.
Lo strumento vocale, esattamente come tutti gli altri però DEVE essere azionato e "messo in movimento".
Il canto lirico non è del tutto "naturale" (si parla infatti di "VOCE IMPOSTATA"), ma deve essere usato con NATURALEZZA.

Tutto questo sembrerebbe un mistero, in realtà lo studio del Canto esige una preparazione tecnica di alto livello per approdare a risultati eccellenti come l'opera ne richiede.

Uno studente di Canto che abbia la fortuna di incontrare un bravo maestro sul suo cammino si troverà all'inizio del percorso di fronte a due enigmi da risolvere:

1) una buona condotta del fiato (respirazione)
2) lavoro sul "GIRO" dei suoni (concetto che si lega immediatamente al cosiddetto suono in maschera).


In uno dei miei precedenti articoli ( Il Belcanto Italiano e il suo linguaggio perduto ) ho cercato di descrivere i precetti più importanti che mi hanno lasciato i miei 3 Maestri (i primi 2 Tenori meravigliosi con una voce usata in modo incredibilmente sapiente). Questi 2 Cantanti mi hanno da subito  parlato dell'importanza del respiro e del cosiddetto GIRO della voce.

Il GIRO VOCALE è la diretta conseguenza di un suono libero che con un uso sapiente di equilibrio morbido e dolce tra FIATO, uso del PALATO MOLLE e RISUONATORI riesce a dare un risultato meraviglioso che è, appunto, la cosiddetta "voce impostata" o "in maschera".

Se un Cantante usa bene il proprio strumento avrà la sensazione che le vibrazioni sonore passino scorrendo in alto verso il palato molle e che al livello dell'ugola (o velo pendulo), le vibrazioni compiano una specie di giravolta e vadano a finire più o meno in alto dietro al naso (nelle fosse nasali)

Nell'immagine sotto possiamo vedere quale sia per i Cantanti la zona in cui avviene appunto, la sensazione del cosiddetto "giro vocale".



Il suono "che fa il giro" poi va ad acquistare ulteriore brillantezza nella cosiddetta "camera di risonanza" (cavità nasali evidenziate in rosso nell'immagine sottostante):


... e qui sotto uno schema facile per individuare il palato molle e l'ugola o velo pendulo:


Un cordiale saluto a tutti i nostri lettori e... ci sentiamo al prossimo "gergo"!!!




domenica 17 agosto 2014

Tecnica vocale del Belcanto a Roma-ostia


Masterclass di tecnica vocale belcantistica e interpretazione musicale.
Docenti:
Astrea Amaduzzi, Soprano ed esperta di tecnica vocale,
Mattia Peli, Direttore d'orchestra e Pianista.
Roma - Ostia, Villa Marcella, dal 18 al 24 agosto 2014

Tra le materie di studio: respirazione, postura, tecnica degli attacchi e dell'emissione, filati e mezzevoci, tecnica della coloratura, fraseggio e cenni di arte scenica per tutti i registri vocali. 

La masterclass sarà tenuta nella splendida cornice di Villa Marcella a Roma - Ostia, in Viale di Castel Porziano 358, comodamente raggiungibile dal centro della capitale con mezzi pubblici urbani (metro da Piramide verso Lido Centro, bus 06  da Lido Centro).

Informazioni e prenotazioni: 
arteconvivio@gmail.com  -  mobile: 3475853253
www.belcantoitaliano.com


martedì 31 dicembre 2013

La Tecnica Vocale di Caruso

Cari Lettori,
vogliamo augurare a tutti voi un anno splendido all'insegna della grande Musica.
Per tutti coloro che sono alla ricerca di una strada maestra nel difficile percorso della Tecnica Vocale, Belcanto Italiano ® offre il prezioso volume di Salvatore Fucito, Pianista Accompagnatore e Preparatore Vocale di Enrico Caruso dal 1915 al 1921. Il libro fu pubblicato nel 1922, anno successivo alla scomparsa del grande Tenore italiano.

Da segnalare alcuni importantissimi capitoli:

Cap. VI - "Il segreto della grande capacità respiratoria di Caruso"
(Respirazione DIAFRAMMATICO - INTERCOSTALE usata da Caruso)

Cap. VII - "Produzione del suono vocale"
- Attacco del suono
- Formazione del suono
- Registri della voce -

Cap. IX - "Caruso e il fondamento della Tecnica Vocale"
- Una raccolta di esercizi vocali che Caruso utilizzò
(VOCALIZZI che comprendono lo studio del LEGATO CON IL PORTAMENTO, della MESSA DI VOCE e delle AGILITA'
riportati fedelmente da Salvatore Fucito).


Il libro si puo' scaricare cliccando direttamente su questo link:
http://www.belcantoitaliano.com/BELCANTO_LIBRARY_FILES/caruso_and_the_art_of_singing.htm

 Lasciamo adesso la chiusura di quest'articolo di presentazione direttamente a Fucito, che visse per tanti anni a stretto contatto con Enrico Caruso:

"Caruso e l'Arte del Canto" - Include esercizi vocali di Caruso ed il suo consiglio pratico agli studenti e insegnanti di Canto
- di Salvatore Fucito - (preparatore e pianista accompagnatore di Caruso dal 1915 al 1921)

"Ritengo che sia stato il più grande onore della mia vita quando, nel 1915, il mio illustre amico Enrico Caruso mi chiamò a New York per essere il suo preparatore ed accompagnatore pianistico. Gli prestai servizio precedentemente nelle medesime competenze durante le sue frequenti visite a Berlino, ove la nostra più intima amicizia iniziò nell’anno 1909. In quei giorni aspettavo sempre con impazienza l'arrivo di Caruso a Berlino, non solo perché era un’ispirazione e un’educazione musicale lavorare con il grande maestro del canto, ma anche perché la sua reale presenza diffondeva solarità e allegria. Invero, mi è difficile dire chi io amai di più, Caruso l'artista o Caruso la persona — entrambi furono così tanto grandi.
Durante gli anni che trascorsi con Caruso egli di frequente mi parlava della sua vita, delle sue lotte, dei suoi trionfi, così come della sua arte. Egli parlava sempre con molta modestia del suo fenomenale risultato, ma amava la sua arte e spesso discuteva i problemi che lo affliggevano.
Poiché egli fu molto più di una voce magica: fu coscientemente un artista, un artista le cui straordinarie capacità vocali e drammatiche furono in grande misura i frutti di una totale comprensione della sua arte. Ogni qualvolta si augurava di produrre un effetto, riusciva ad escogitare un mezzo per realizzarlo. Egli inventò esercizi — che sono inclusi nel libro — che rivelano un sorprendente discernimento in ciò che è necessario per rendere la voce del cantante agile e flessibile. E le vocali di cui si serviva per amalgamare e colorire i suoni dimostrano che persino la sua padronanza del suono fu condizionata dalla sua convergente intelligenza.
Due considerazioni mi hanno spinto a scrivere questo libro sull'arte di Enrico Caruso: in primo luogo, il desiderio di pagare il mio tributo alla memoria di un amico e grande artista; e, in secondo luogo, la speranza di poter trasmettere a tutti coloro che sono interessati all'arte del canto i metodi di respirazione e di produzione dei suoni impiegati da Caruso, i suoi esercizi vocali e le sue vedute sulla tecnica vocale, i suoi ideali di canto, così come i suoi consigli pratici rivolti ai cantanti. Mi sono soffermato sulla sua vita solo in quanto era connessa da vicino alla sua arte, e ho provato ad annotare qualcuno dei ricordi che tanto amava raccontare. Ogni volta che ho citato Caruso, mi sono sforzato di richiamare alla mente quanto più strettamente possibile le parole esatte che egli usò.  S. F."
- Salvatore Fucito Pianista Accompagnatore e Preparatore Vocale del grande Enrico Caruso

 "Caruso and the Art of Singing" INCLUDING CARUSO'S VOCAL EXERCICES AND HIS PRATICAL ADVICE TO STUDENTS AND TEACHERS OF SINGING
- BY SALVATORE FUCITO - (Caruso's Coach and Accompanist, 1915-1921)

"I feel that it was the greatest honor of my life when, in 1915, my distinguished friend Enrico Caruso called me to New York to be his coach and accompanist. I had previously served him in the same capacities during his frequent visits to Berlin, where our closer friendship began in the year of 1909. In those days I always eagerly awaited Caruso's arrival in Berlin, not only because it was an inspiration and a musical education to work with the great master of song, but also because his very presence diffused sunshine and happiness. In fact, it is difficult for me to say whom I loved more, Caruso the artist or Caruso the man — both were so great.
During the years that I spent with Caruso he often talked to me about his life, his struggles, and his triumphs, as well as about his art. He always spoke very modestly of his phenomenal achievement, but he loved his art and often discussed its vexing problems.
For he was much more than a magical voice: he was consciously an artist, an artist whose extraordinary vocal and dramatic powers were in great measure the fruits of a thorough comprehension of his art. Whenever he wished to produce an effect, he could contrive a means to accomplish it. He devised exercises — which are included in the book — that reveal a remarkable insight into what is required to make the singing voice agile and flexible. And the vowels he employed to blend and color his tones demonstrate that even his tone mastery was conditioned by his directing intelligence.
Two considerations have prompted me to write this book on Enrico Caruso's art: first, the desire to pay my tribute to the memory of a friend and a great artist; and, second, the hope that I could pass on to all who are concerned with the art of singing Caruso's methods in breathing and producing tones, his vocal exercises and his views on vocal technique, his ideals of singing as well as his practical advice to singers. I have dwelt on his life only in so far as it was closely related to his art, and I have essayed to set down some of the recollections he was so fond of telling. Whenever I have quoted Caruso, I have endeavored to recall as nearly as possible the exact words he used. S. F."
- Salvatore Fucito, Caruso's Coach and Accompanist